domenica 17 marzo 2013

Un passo avanti, un passo indietro


Le elezioni di Laura Boldrini e Piero Grasso sono un avvenimento importantissimo. E, ovviamente, il Movimento 5 Stelle può a ragione prendersi gran parte dei meriti. Molti, compreso me, sono convinti che senza la "rivoluzione" portata avanti dai "cittadini" del movimento, difficilmente avremmo avuto due facce così nuove alle presidenze.

E allora perché accusare chi, da dentro il movimento, ha votato Grasso di tradimento? L'intento del M5S non è quello di disarticolare la vecchia politica di casta? L'intento non è quello di proporre un  volto della politica nuovo, per restituire la democrazia ai cittadini?
E allora, dov'è il problema nel voto di ieri? Cosa c'è di più democratico e lontano dalla casta di un procuratore antimafia e di una donna che ha passato la sua vita a combattere per i pari diritti degli esseri umani? 
Sulla pagina facebook di Beppe Grillo campeggia la scritta «l'onestà andrà di moda». Cosa c'è di più onesto che votare due persone che possono essere equiparate al principio di onestà?

Se l'intendo del movimento è quello di migliorare la politica, di rimettere al centro la società, i deputati che ieri hanno votato diversamente dalla "decisione" della loro assemblea stanno adempiendo perfettamente l'incarico loro affidato da chi li ha votati.


Se a questo si aggiunge poi che il voto a Grasso è stato un voto all'antimafia, Grillo o chi per lui deve farsene una ragione. Chi è siciliano, o meridionale, in una situazione del genere ha L'OBBLIGO di esprimere un voto etico. E' obbligato a scegliere da che parte stare, e se moralmente è un esponente di quel sud buono che tanto si ricerca, non può che votare come ha votato, a prescindere dagli "ordini" ricevuti - senza dimenticare che la proposta dell'altra parte era Renato Schifani.

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