Oggi
nel suo giornaliero editoriale il direttore di Libero racconta un suo
– inventato, si spera – sogno in cui ipotizza la sparizione di
tutto il centrodestra, compreso Berlusconi ovviamente, e la
persistenza invece dei problemi italiani, anche e soprattutto di
quelli imputati al berlusconismo.
Al
di là del testo di per se, come da consuetudine del “Bel”pietro,
scarno di contenuti e aggressivo nel linguaggio, tutto il significato
dell'articolo è riassunto da poche righe, ossia la nota che
accompagna l'articolo: «Se il Cav e i suoi
scomparissero con un colpo di bacchetta magica, i problemi
dell’Italia sarebbero ancora tutti lì. Anzi, addirittura
peggiorati». E
ancora poi, la frase conclusiva: «E
così ho tirato un sospiro di sollievo, pensando che il Cavaliere i
suoi non erano perfetti, ma gli altri…».
Assolutamente
nulla di nuovo, quindi. E il punto è proprio questo. Da anni ormai
il centrodestra, evidentemente a corto di novità, non fa altro che
cercare di ridurre tutto il dibattito politico all'incapacità
dell'eticamente pulito centrosinistra di essere nei fatti moralmente
superiore – da leggere per esempio anche l'articolo di Guzzanti vs.
Berlinguer sul Giornale.
Anche
ora, invece di provare ad attaccare sui contenuti dello scandalo MPS,
tutto quello che riescono a fare e cercare
di rivoltare contro la parte avversa la “questione morale”.
Come a dire, cambiare è inutile, siamo comunque tutti fatti della stessa, orrenda, pasta...
Come a dire, cambiare è inutile, siamo comunque tutti fatti della stessa, orrenda, pasta...
In
definitiva, quello che si vede è l'elogio
dello status quo, vista l'incapacità
dei contenuti e l'immobilità manifesta dei progetti pro futuro.
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