giovedì 31 gennaio 2013

Giovanni Orsina e il safari...

In un articolo di qualche giorno fa - http://www.ilfoglio.it/soloqui/16651 - il "buon" Orsina tesseva le lodi degli elettori berlusconiani poiché loro avendo capito quanto la politica italiana sia cabarettistica, sono in realtà ormai superiori agli altri, sinistrorsi, ancorati ad un'idea di politica seria e inconcepibile per il nostro paese. Questo il passo centrale (ma è meglio leggere tutto l'articolo, sempre!): «I facoceri - gli elettori berlusconiani -  ormai si sono dati al cabaret in maniera pura, disinteressata, senza aspettarsene nulla. Lo amano proprio perché è cabaret: denuncia fine a se stessa di quanto strutturalmente poco seria sia la politica, sbeffeggiamento di quei politici della fede che da centocinquant’anni a questa parte, prendendosi terribilmente sul serio, continuano a inseguire invano questo inconcepibile paese».

E quindi? Anche concedendo al professor Orsina di aver detto una verità vera nell'affermare che in Italia la politica è ormai da molto, se non da sempre, qualcosa di assolutamente poco serio - sicuramente qualcosa di molto divertente, vedendola magari dalla Francia o dagli U.S.A. - la questione resta quantomeno poco utile. In pratica meglio votare Berlusconi perché almeno lui fa cabaret "dichiarandolo", che votare altri, incapaci di divertirsi e nell'impossibilità - come tutti, credo, direbbe l'autore dell'articolo - di fare buona politica. E perché, di grazia?

Quantomeno chi scrive quello dovrebbe rendersi conto che se molti vanno a studiare - e poi lavorare -  fuori, se molte aziende in Italia non vogliono investire, se le industrie nostrane sono arrivate alla ruota quando altrove sono già alla polvere da sparo, le colpe sono da cercare negli anni in cui si è fatto spettacolo, invece di fare buona politica, e che quindi, cercare per una volta di fare i seri, molto probabilmente male non farebbe Che poi volendo il circo Orfei ancora regge, se proprio uno volesse svagarsi.

Nessun commento:

Posta un commento